Una caduta in due soli trimestri senza precedenti: nemmeno nelle recessioni 2008-2009 e 2011-2012 la flessione era stata così intensa. Gli imprenditori che hanno risposto all’indagine lasciano però trapelare segnali positivi e un sensibile miglioramento delle aspettative, segno che il peggio della crisi sembra essere ormai alle spalle, nonostante le incertezze per il futuro.
Alloggio e ristorazione hanno pagato il prezzo più alto
«Anche il secondo trimestre è stato un periodo durissimo per il terziario lombardo», commenta Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. «Da fine trimestre gli imprenditori iniziano a guardare al futuro con cauto ottimismo, anche nei comparti più colpiti dallo choc economico, sebbene i livelli di fiducia degli anni scorsi siano lontani. Oggi più che mai è necessario il convinto sostegno alle imprese da parte delle istituzioni, con le Camere di commercio pronte a fare la loro parte». Nei servizi si accentua l’asimmetria settoriale già evidenziata nei primi tre mesi del 2020. Alloggio e ristorazione hanno pagato il prezzo più alto, con un crollo su base annua del 54,1% che sconta la sospensione delle attività durante il periodo di lockdown e una ripartenza molto lenta con scarsi flussi turistici e minore propensione a consumare pasti fuori casa. Molto pesante anche la perdita subita dai servizi alla persona (-36,7%), seguiti dal commercio all’ingrosso (-22,4%) e dai servizi alle imprese (-15,5%). Le aspettative degli imprenditori dei servizi sembrano orientarsi verso una possibile ripresa nella seconda parte dell’anno: il saldo tra previsioni di crescita e di diminuzione del fatturato è -24,8%, dato negativo ma migliore rispetto al primo trimestre (-64,6%).
Commercio al dettaglio: crolla il comparto non alimentare
Ancora più eterogenei i risultati nel commercio al dettaglio: il comparto più penalizzato è stato quello non alimentare: la sospensione delle attività ha causato un crollo del fatturato su base annua del 30%. Contenuto, invece, l’impatto sui negozi alimentari (-4%), mentre nell’emergenza crescono ipermercati, supermercati ed esercizi non specializzati (+4,8%), che hanno anche beneficiato della chiusura di bar e ristoranti. I giudizi sulle scorte, benché negativi, cominciano a mostrare segnali di attenuazione delle difficoltà rispetto al primo trimestre e le aspettative degli imprenditori del commercio al dettaglio confermano queste avvisaglie positive: il saldo tra previsioni di crescita e di diminuzione del fatturato per il prossimo trimestre è -17,9 punti, sempre negativo ma in netto recupero, rispetto al -39,4 registrato nei primi tre mesi dell’anno.