Claudia Maria Terzi, l’assessore regionale lombardo alle Infrastrutture e ai Trasporti, ci ha ricevuto a Milano, nella sala riunioni del quinto piano di Palazzo Lombardia, per una video intervista su tre temi fondamentali per il territorio cremonese; due, in particolare, per quello cremasco. Parliamo dell’autostrada Cremona-Mantova, del completamento del raddoppio della “Paullese” e della “tangenzialina” di Crema, pensata per servire la zona industriale dell’ex Olivetti e il Pip di Santa Maria della Croce.
Cominciamo dalla Cremona-Mantova, assessore. A che punto è l’iter progettuale?
«Le prime verifiche svolte da Aria, la società regionale concedente, sul progetto presentato dalla concessionaria Stradivaria hanno fatto emergere la necessità di tutta una serie di integrazioni, in particolare in merito alla sostenibilità economico-finanziaria dell’opera. Al momento, ci troviamo in questa fase di interlocuzione. Dopodiché, la risposta che Stradivaria farà pervenire dovrà essere ulteriormente esaminata. Da parte nostra, abbiamo scritto nuovamente al ministero alle Infrastrutture, per chiedere lumi sul TiBre, l’altra autostrada che andrebbe a intersecare la Cremona-Mantova. Un progetto senza il TiBre, infatti, sarebbe obiettivamente monco e, nel tempo, minerebbe la capacità della Cremona-Mantova di attirare un flusso di traffico congruo e quindi di sostenersi».
Raddoppio della “Paullese”. A oggi è possibile dire quando i lavori verranno effettivamente completati?
«Non dipende direttamente da Regione Lombardia, che per quanto riguarda il raddoppio della “Paullese” ha fatto tutto quello che poteva, coprendo la quasi totalità del costo dei vari lotti. Ricordo che si tratta di un’opera il cui costo si aggira attorno ai 110 milioni di euro. Certo è che adesso sono i soggetti attuatori, e penso in particolare alla città metropolitana di Milano, che devono attivarsi e aggiornarci in merito al crono programma. Per quanto ci riguarda, terremo monitorata la situazione e continueremo a sollecitare, a motivo della strategicità che quest’opera riveste per i territori interessati. Tuttavia, non mi assumo responsabilità sulla tempistica di un iter che non compete a Regione Lombardia».
Veniamo alla “tangenzialina” di Crema. Dopo tanti anni possiamo dire di essere a una svolta decisiva?
«Ancora una volta Regione Lombardia ha fatto più del dovuto, perché non era scontato che dovesse farsi carico dell’intero costo preventivato. In questo caso, per la tangenziale in questione il Piano Lombardia ha allocato 7 milioni di euro. Ora, però, è il territorio che deve fare il primo passo. Ribadisco: i soldi ci sono, ma chi coordina i Comuni coinvolti ha il compito di fare sintesi tra le diverse esigenze. Un intervento di questo tipo cambia necessariamente la viabilità delle zone interessate, me ne rendo conto, ma è altrettanto chiaro che si tratta di un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo economico dell’area che ne verrebbe servita. Ritengo perciò che a prevalere sarà il senso di responsabilità di tutti e che si riuscirà a trovare la quadra».


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