
L’indagine congiunturale del centro studi di Cosmetica Italia delinea un panorama diverso dalla rilevazione pre-Covid e offre un’analisi delle principali ripercussioni che l’emergenza sanitaria ha avuto sul settore cosmetico. Il 2020, infatti, era iniziato con una sostanziale tenuta degli indicatori economici, situazione completamente ridefinita dal lockdown e dalla rimodulazione delle dinamiche di mercato. A fine anno, si stima che il fatturato globale del settore cosmetico registrerà una contrazione dell’11,6%, per un valore di 10,5 miliardi di euro; a condizionare questo risultato è il mercato interno (-9,3%), ma soprattutto l’export, che segna un calo del 15%. Si tratta di un ridimensionamento, rispetto ai timori espressi all’inizio della crisi pandemica.
A livello nazionale il calo è più contenuto rispetto a quanto si temeva
Il confronto tra la bilancia commerciale del primo semestre 2020 e quella dell’analogo periodo 2019 registra una variazione negativa di 311 milioni di euro, performance ben migliore di altri settori contigui non food. «Nel leggere questi dati, caratterizzati da un segno negativo, dobbiamo innanzitutto comprendere le difficoltà che le nostre aziende hanno affrontato», commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia e titolare della Ancorotti Cosmetics di Crema. «Dal lockdown alla chiusura di molti esercizi distributivi, dalle tensioni sui mercati esteri e nel reperire le materie prime al cambiamento delle abitudini di acquisto. Queste stime, ben più contenute rispetto a quanto ci saremmo aspettati solo pochi mesi fa, testimoniano la decisiva capacità di reazione del nostro settore che, in un contesto di crisi, dà prova di solidità, capacità imprenditoriale e resilienza. Un atteggiamento dimostrato anche dagli investimenti in ricerca e innovazione, che continuano a rappresentare il 6% del fatturato, il doppio della media nazionale».
Il distretto cremasco, legato al make-up, soffre più di altri
Uno sguardo all’andamento dei canali rivela in maniera evidente alcune importanti novità nelle abitudini di consumo. È infatti l’e-commerce il solo canale che registra un andamento positivo, con una crescita stimata del 35% a fine 2020, mentre la contrazione della domanda estera influenza sicuramente le stime sull’andamento del contoterzismo, orientato ai mercati internazionali, per cui si prevede una flessione del 14% a fine anno. Presidente Ancorotti, al di là dei dati nazionali, com’è la situazione nel distretto cremasco della cosmesi, uno dei principali in Italia? «Si tratta di un distretto specializzato soprattutto nel make-up, un comparto che, in modo particolare per la produzione di rossetto, ha sofferto più di altri. Quindi, posso dire che il Cremasco ha registrato una decrescita evidente in questo periodo, più significativa del dato nazionale. Fino all’arrivo della pandemia si usava dire che la cosmesi era aciclica, in quanto non subiva tendenze al ribasso e addirittura anticiclica, perché in certi periodi di crisi riusciva a muoversi in controtendenza. Bene, da quando è stato introdotto l’obbligo della mascherina non è più così».
Le possibili ricadute per l’Its Produzioni cosmetiche 4.0 di Crema
«Sono convinto, però, che sebbene la crisi non sia passata riusciremo gradualmente a uscire dall’impasse; le nostre imprese sono virtuose e sapranno convertire la loro produzione». Ci potrebbero essere ricadute per quanto riguarda l’Its Cosmesi 4.0 di Crema, il primo a livello nazionale? È notizia di oggi che l’Its ha vinto il bando di Regione Lombardia per avviare la seconda biennalità. «Molto probabilmente sì, ne risentirà, in termini di prospettive occupazionali per gli studenti. Intendo dire che difficilmente le aziende che hanno promosso l’Its riusciranno ad assorbire tutti i diplomati, come avevano previsto inizialmente; ci vorrà un po’ più di tempo. Tuttavia, la formazione dei giovani è una nostra mission ed è nostra intenzione rinnovare questo percorso di studi».


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