
Una manovra da 30 miliardi di euro su un bilancio dello Stato che ne vale 850». Sono questi i numeri che cita il presidente nazionale della CNA, Daniele Vaccarino, a margine dell’assemblea annuale di Modena, alla quale ha preso parte il 12 gennaio. «E ogni anno dedichiamo più di due mesi per discutere di fatto di un’inezia, rispetto al bilancio complessivo. Un’inezia, però, che per quasi tre quarti viene impiegata per cancellare l’aumento dell’Iva”.
Continua la battaglia per l’abrogazione dell’articolo 10
Vaccarino parla di “luci”, in riferimento agli interventi nella legge di Bilancio 2020 per ridurre il cuneo fiscale e attuare la decontribuzione degli apprendisti, ma la CNA nazionale non nasconde grandi “ombre” su altri aspetti. In primis, la modifica dell’articolo 10: «Abbiamo portato avanti una richiesta mirata sul cosiddetto bonus fiscale, che veniva fatto assorbire alle aziende», aggiunge Vaccarino. «Eravamo arrivati all’abrogazione, ma il giorno dopo è cambiata la norma con un nuovo emendamento. Sono state istituite delle soglie che cercheremo di modificare. La manovra è quindi al rush finale, ma la “battaglia”continua».
Il mondo artigiano ha superato di gran lunga le attese
«La crisi economica», incalza il presidente di CNA, «ha costretto gli artigiani a cambiare pelle, a trasformarsi profondamente e velocemente, ma il mondo della piccola impresa rimane comunque al passo con i tempi». Ed è proprio su queste trasformazioni, su queste rivoluzioni, che si è focalizzata l’assemblea modenese. Vaccarino ha quindi posto l’accento su come gli imprenditori siano riusciti a superare di gran lunga le attese: evolvendosi. «CNA», ha aggiunto il suo presidente, «è sempre al fianco degli artigiani e degli imprenditori in questa trasformazione e non può che sostenerli nel fare i conti con il peso fiscale, la burocrazia, i problemi con il credito e la tecnologia, portando sui grandi tavoli della politica le loro richieste».

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