«Nessuna novità sotto il sole, riguardo al futuro dell’autostrada Cremona-Mantova», commentano Marco Degli Angeli e Andrea Fiasconaro, consiglieri del M5S in Regione Lombardia. «Tante conferenze, promesse e tavole rotonde disattese: siamo ancora fermi a un anno fa, anzi, a vent’anni fa, quando invece i nostri territori hanno bisogno di più certezze e di più infrastrutture sostenibili, nei costi e nei tempi di realizzazione. Il progetto presentato ieri dalla concessionaria Stradivaria è un piano di lavori dal costo di 883 milioni di euro; un’infrastruttura che, va ricordato, ha ancora nel mezzo un buco di 8,5 km, corrispondente alla tratta dell’autostrada TiBre, che rimane ancora in sospeso».
Stime del traffico esagerate e costi di pedaggio che rischiano di essere altissimi
«La concessionaria Stradivaria», spiegano Degli Angeli e Fiasconaro, «prova a illudere di aver fatto bene i compiti a casa. In verità, il risparmio di 200 milioni di euro sui costi, rivendicato dalla società, rispetto alle cifre già note dal 2016, ammonta piuttosto a 40 milioni. Una riduzione di costi ancora troppa bassa, che non andrebbe a giustificare il cambio di opinione di Regione Lombardia, che solo qualche mese fa aveva bocciato un progetto ritenuto non sostenibile. Troppa fiducia, quindi, o meglio, troppo entusiasmo per la presentazione di un progetto che presenta ancora molti interrogativi: nessuna certezza sugli 8,5 km mancanti; stime del traffico esagerate e costi di pedaggi di cui ancora non si sa nulla e che rischiano di essere altissimi».
Con gli stessi soldi si sarebbe potuto rifinanziare il trasporto pubblico
«E, tuttavia, questa autostrada, nonostante le incertezze, in qualche modo sembra da farsi, al di là di ogni ragionevole perché. Non rimane da sperare», concludono Degli Angeli e Fiasconaro, «che non si tratti dell’ennesima opera incompleta e in perdita. Infatti, invece di elaborare un piano alternativo per riqualificare la SS10, si sta pensando a come spendere un mucchio di soldi per un’infrastruttura col buco, senza comprendere che con le stesse risorse economiche si sarebbe potuto rifinanziare il trasporto pubblico, nonché rafforzare e realizzare una serie di opere infrastrutturali “minori”, richieste da anni dai territori, e soddisfare una serie di servizi utili alla cittadinanza».

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