Il Centro studi di Confindustria registra una ripartenza difficile e fragile per l’industria e i servizi in Italia, con poca fiducia per consumi e investimenti, export e turismo in rosso e ore lavorate in caduta. I dati del PMI (Purchasing Managers’ Index) confermano che, nonostante la graduale fine del lockdown dal 3 maggio e la possibilità di riapertura dell’attività, la risalita non è completa. È apprezzabile, ma parziale, nell’industria, che aveva registrato un tonfo ed era già in difficoltà prima del Covid; molto meno nei servizi (dove alcuni comparti riaprono a giugno), che restano in forte difficoltà dopo il tracollo subito. Il problema, ora, è la domanda che resta bassa per vari beni e servizi, frenando le imprese che hanno riaperto e causando un accumulo di scorte da parte loro.
Il secondo trimestre è già compromesso
In aprile, la produzione industriale è scesa del 19,1% (-28,4% a marzo), con cali marcati in tessile-abbigliamento, gomma-plastica e mezzi di trasporto. Nonostante il recupero atteso in maggio e giugno, il secondo trimestre registrerà un calo intorno al 20%. Si conferma, perciò, un crollo del Pil (stimato a circa -9%, dopo il -5,3% nel primo trimestre). Questo sarà il punto minimo della recessione, perché con la risalita faticosamente avviata si creano le condizioni per registrare un rimbalzo nel terzo trimestre. A maggio, la fiducia dei consumatori resta bassa e i giudizi sull’opportunità di acquisto di beni durevoli molto negativi: brutto segnale per i consumi. Ancora compressa anche la fiducia tra le imprese manifatturiere, con gli ordini interni dei produttori di beni di consumo e di capitale che restano molto ridotti: arduo programmare investimenti in tale contesto.
Export e turismo in rosso, ma aumentano i prestiti alle imprese
L’export di beni è crollato di un ulteriore 34,5% in aprile (-16,3% a marzo). La caduta è diffusa ai principali mercati, più forte per beni di investimento e di consumo durevole, i cui acquisti possono essere posticipati. Gli ordini esteri indicano invece una risalita da maggio, ma su livelli molto bassi. Quanto ai flussi turistici, si sono interrotti già a marzo: -83,4% annuo le spese dei viaggiatori stranieri. Riguardo al lavoro, a metà maggio le ore autorizzate di Cig “Covid” erano oltre il picco del 2010 e, in aprile, gli occupati sono calati (-274mila), mentre gli inattivi sono aumentati di molto (+746mila). Infine, sempre in aprile, si è rafforzato l’aumento dei prestiti alle imprese (+1,7% annuo), con il costo fermo ai minimi (1,1% in media), grazie ai primi effetti delle misure per la liquidità.

LA TUA COPIA
GRATUITA
SULL’ECONOMIA DEL TERRITORIO