A giugno 2019, l'Istat stima una crescita congiunturale per l’export (+1,2%) e una flessione per l’import (-2,1%). Si prevede che l’indice dei prezzi all’importazione diminuisca dell’1,4% in termini congiunturali e dell’1,6% in termini tendenziali. L’aumento congiunturale dell’export risulta determinato dall’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+3,9%) mentre quelle verso i Paesi Ue risulta in diminuzione (-1%). Su base annua, invece, diminuisce anche l’export del -3,5%, a causa della flessione delle vendite registrata sia per l’area Ue (-4,6%) sia per quella extra Ue (-2,1%) e sono in diminuzione le importazioni (-5,5%) sia dall’area Ue (-6,1%) sia dai mercati extra Ue (-4,7%).
Crolla l’export verso la Germania. In aumento verso Usa e Giappone
Tra i settori che contribuiscono alla flessione tendenziale dell’export si segnalano i mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-26,4%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-5,9%), prodotti petroliferi raffinati (-14,5%) e autoveicoli (-8,3%), mentre nello stesso mese contribuiscono positivamente gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+34,5%). Sempre su base annua, i Paesi che contribuiscono maggiormente alla diminuzione delle esportazioni sono la Germania (-8%) - di cui sono recenti le notizie riguardo il suo ingresso in una fase di sostanziale stagnazione -, la Svizzera, i Paesi Opec (-13,5% per entrambi) e la Francia (-3,8%), mentre si registra un aumento delle vendite verso gli Stati Uniti (+4,1%) e il Giappone (+27,9%).

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