«La suddivisione del Paese in tre zone è stata fatta sulla base di 21 indicatori individuati dal Governo lo scorso aprile. Non ieri», osserva il consigliere regionale lombardo del Pd, Matteo Piloni. «Alle Regioni spetta il compito di utilizzare questi indicatori e produrre i dati conseguenti, attraverso i quali monitorare l'andamento del virus sui vari territori».
La Regione renda noti i dati che dimostrano una situazione diversa
«La domanda è semplice: in Lombardia, in questi mesi, sono stati seguiti questi indicatori? Credo di sì. E allora si rendano noti i dati e, sulla base di questi, si dimostri che in Lombardia la situazione è differente per territorio e si agisca di conseguenza, tenendo ulteriormente monitorata la situazione, settimana per settimana, così come prevede il Dpcm. Oppure si dimostri che tutti i territori della nostra regione sono ad alto rischio e allora si blocchi ogni perplessità, a partire dalle mie».
Forse ci sono Regioni che in questi mesi hanno fatto meglio
«Rendere noti i dati serve anche a gestire meglio la situazione, con il massimo della trasparenza. Perché, se le cose si spiegano diventano anche più semplici da gestire. E da accettare. È inutile e dannoso continuare a giocare allo scaricabarile e alimentare solo ulteriore confusione. Tra l'altro, uno dei tre esperti che hanno il compito di monitorare l'andamento delle Regioni, è stato indicato proprio dalla Lombardia. In ultimo, e sempre sulla base dei dati, forse ci sono governatori e regioni che in questi mesi hanno fatto meglio e già oggi “godono” di situazioni migliori».

LA TUA COPIA
GRATUITA
SULL’ECONOMIA DEL TERRITORIO