Dopo quattro mesi consecutivi di crescita, a luglio 2019 entrambi i flussi commerciali con l'estero registrano una flessione congiunturale, più intensa per le esportazioni (-2,3%) che per le importazioni (-0,5%), relativa a tutti i raggruppamenti principali di industrie e principalmente determinata dal calo delle vendite di beni di consumo non durevoli e di beni strumentali. La diminuzione si registra sia verso i mercati extra Ue (-3,9%) sia verso i Paesi Ue (-1,1%).
Su base annua l’export registra invece un ottimo risultato
Diverso il discorso su base annua: in questo caso, la crescita è ampiamente positiva e pari a +6,2%, trainata dall’incremento delle vendite registrato sia per l’area extra Ue (+8%) sia, in misura minore, per quella Ue (+4,7%). Analogamente sono in aumento le importazioni (+1,8%) sia dai mercati extra Ue (+2,8%) sia dall’area Ue (+1%). Tra i settori che contribuiscono alla crescita tendenziale dell’export si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+27,3%); prodotti alimentari, bevande e tabacco (+13,9%); articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (+15,3%); mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+13,1%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e pelliccia (+12,8%); mentre nello stesso mese contribuiscono negativamente i prodotti petroliferi raffinati (-19,4%).
Svizzera, Usa e Francia sono i primi destinatari del nostro export
Sempre su base annua, i Paesi che contribuiscono maggiormente all’aumento delle esportazioni sono Svizzera (+32,8%), Stati Uniti (+18%), Francia (+4,6%) e Spagna (+8,9%), mentre si registra una diminuzione delle vendite verso i Paesi OPEC (-13,1%) e la Cina (-10,1%). Si stima poi che il surplus commerciale aumenti di 1.972 milioni di euro (da +5.659 milioni a luglio 2018 a +7.631 milioni a luglio 2019). Quanto all’indice dei prezzi all’importazione, è stimata una sua diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e dell’1,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

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