Migliorare la competitività e accrescere la capacità innovativa, senza rinunciare all’autonomia gestionale e strategica. Questa la ricetta alla base del successo dei Contratti di rete fotografata dall’Osservatorio nazionale sulle reti d’impresa, realizzato da InfoCamere, RetImpresa e Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari, in occasione del decimo anniversario dall’introduzione del contratto di rete sullo scenario normativo italiano. Dalla tipologia di obiettivi ai modelli organizzativi; dalle strategie di marketing alle metodologie di rendicontazione; dai livelli di performance alla capacità innovativa; il rapporto dell’Osservatorio, presentato oggi in Confindustria, propone una lettura a più dimensioni di un fenomeno che ha rappresentato un approccio vincente alla grande crisi del 2008-2009.
I contratti di rete sono in costante crescita
Secondo i dati di InfoCamere, a dicembre 2019 i contratti di rete sono 5.863 e coinvolgono 34.766 imprese su tutto il territorio nazionale, evidenziando una crescita costante nel tempo. Il campione di imprese in rete che ha partecipato all’indagine ha evidenziato che il principale motore di aggregazione è l’innovazione (16%), confermando l’efficacia degli investimenti in R&S. Inoltre, si fa rete per aumentare il potere contrattuale nei confronti degli stakeholder (14%); partecipare a bandi di gara e appalti (11%); attivare strategie di marketing (10%); condividere acquisti, forniture e tecnologie (9%) e potenziare il brand di rete (7%).
Inserire il contratto di rete tra gli strumenti da promuovere
“A dieci anni dall’introduzione delle reti d’impresa in Italia”, osserva il presidente di RetImpresa, Fabrizio Landi, “il rapporto ci suggerisce di puntare su modelli di rete di qualità, valorizzando il piano organizzativo e della governance e di sviluppare una vera e propria strategia nazionale per le aggregazioni, che inserisca stabilmente il contratto di rete tra gli strumenti da promuovere nelle scelte di programmazione economica a livello europeo, nazionale e regionale”. “Negli ultimi dieci anni”, afferma il direttore generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi, “si è sviluppato un “micro-cosmo” imprenditoriale flessibile e collaborativo, che ha cambiato il modo di fare impresa per molte realtà produttive del nostro Paese. La possibilità di conoscerne i percorsi di crescita e le caratteristiche attraverso i Big Data del Registro delle Imprese, fa dell’Osservatorio nazionale un punto di partenza fondamentale per lo sviluppo di policy sempre più adeguate a rispondere alle esigenze delle imprese.”
L'Osservatorio nazionale aiuterà le reti a essere più performanti
“I risultati ottenuti”, aggiungono Anna Cabigiosu e Anna Moretti, docenti del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e coordinatrici scientifiche dell’Osservatorio, “suggeriscono che reti performanti richiedono specifiche competenze, volte a favorire meccanismi di scambio della conoscenza e di monitoraggio dei risultati. Reti performanti richiedono quindi uno sforzo conoscitivo dedicato, che l’Osservatorio si impegna a realizzare».

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