A marzo 2021, l’Istat stima una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 101,4 a 100,9) e un aumento dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 93,3 a 93,9). Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo. Il clima economico e quello corrente registrano una diminuzione più accentuata (da 91,5 a 90,2 e da 97,3 a 96,7, rispettivamente), mentre la riduzione è contenuta per il clima personale (da 104,7 a 104,5) e quello futuro (da 107,5 a 107,1).
Va male soprattutto nel commercio al dettaglio
Per quel che riguarda le imprese, si registra un miglioramento della fiducia nell’industria, dove l’indice della manifattura e soprattutto quello delle costruzioni sono in deciso aumento (da 99,5 a 101,2 e da 141,9 a 147,9, rispettivamente). Invece, la fiducia scende nei servizi, soprattutto nel commercio al dettaglio: l’indice passa da 85,7 a 85,3 nei servizi di mercato e da 93,7 a 90,9 nel commercio.
La fiducia si deteriora nei diversi canali della distribuzione
In relazione alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello della produzione, mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate stabili. Nel comparto delle costruzioni, tutte le componenti registrano una dinamica positiva. Per i servizi di mercato, la diminuzione dell’indice è trainata dalle aspettative sugli ordini, che sono in deciso calo. Con riferimento al commercio al dettaglio, si stima un peggioramento sia dei giudizi sia delle attese sulle vendite, mentre le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo. A livello di circuito distributivo, la fiducia si deteriora sia nella grande distribuzione sia in quella tradizionale.

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