Stefania Bonaldi, sindaca di Crema, nonché consigliere provinciale, interviene sulle dimissioni del presidente della Provincia di Cremona: «Oggi, il presidente della Provincia, Paolo Mirko Signoroni, ha rassegnato le proprie dimissioni a causa della ineleggibilità emersa dopo la sua elezione. Signoroni era infatti ancora vicepresidente dell'Ato, azienda speciale provinciale che si occupa della programmazione degli investimenti del Servizio Idrico Integrato e, ai sensi della norma dettata dal D. LGS 267/2000, avrebbe dovuto dare le dimissioni da questo ente il giorno prima di depositare la sua candidatura».
La denuncia della ineleggibilità solo ventitre giorni dopo
«Questo non è avvenuto, ma in verità in totale ingenuità e buona fede, anche perché il suo mandato nell'Ato era comunque in scadenza, essendo legato a quello dell'ex presidente della Provincia, Davide Viola. Peraltro, questa condizione di ineleggibilità non è stata fatta rilevare dagli organi competenti né al momento della presentazione della candidatura (ancorché il CV allegato riportasse, fra le altre ricoperte, anche questa carica) né al momento della "proclamazione degli eletti" il 25 agosto scorso, né in occasione del "Giuramento”, ma solo il 18 settembre, ventitre giorni dopo la proclamazione».
Una decisione corretta, prudente e a tutela dell'ente pubblico
«Da quel momento si è aperta una delicata fase di valutazione e di approfondimento della situazione, che spiega il perché di un'empasse durata un paio di settimane, nella quale si sono valutate diverse soluzioni e vi sono stati vari momenti di confronto fra i consiglieri provinciali che avevano sostenuto la candidatura di Signoroni e il medesimo. La decisione finale di rimettere il mandato incontra il mio personale plauso, e non solo il mio, ovviamente, perché risponde a un criterio di correttezza, prudenza, tutela del primario interesse dell'ente pubblico e della certezza degli atti emanati».
Gli amministratori pubblici sono i primi a dover rispettare le regole
«La scelta del presidente di rimettere il mandato è dunque a mio avviso corretta, sul piano formale e anche su quello etico. Noi amministratori pubblici abbiamo il dovere di essere i primi a rispettare le regole, anche quando possono apparire eccessivamente rigide e capziose. Pensiamo alle tante gare di appalto che ci capita di fare nei nostri comuni: talvolta, i privati partecipanti si trovano esclusi dalle assegnazioni per mere irregolarità formali; basta un foglio in più o in meno nella busta sbagliata e non c'è appello. Bene, lo stesso rigore deve valere anche per noi, a maggior ragione per noi che siamo chiamati ad amministrare la cosa pubblica».
Il sostegno della sindaca di Crema alla ricandidatura di Signoroni
«Per questa ragione esprimo apprezzamento per la decisione di Signoroni e, a dimostrazione che le perplessità e i dubbi anche da me sollevati nelle scorse settimane riguardavano appunto gli aspetti di ordine formale e di rispetto della legge, e non la fiducia nella sua persona, sono la prima a sostenere nuovamente la sua candidatura, allorché, spero al più presto, saranno indette le elezioni provinciali per la nuova, definitiva designazione del presidente della Provincia».

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