Alla fine di giugno, le aziende gestite da stranieri hanno superato le 600mila unità, grazie a una crescita, nel secondo trimestre dell’anno, di 6.800 unità (+1,1%, rispetto al trimestre precedente, e il doppio della media delle imprese nello stesso periodo: +0,5%). Queste imprese si concentrano soprattutto nel commercio, nei lavori di costruzione e nella ristorazione e, in 8 regioni su 20, rappresentano oltre il 10% delle attività economiche. È quanto risulta dalla fotografia di Unioncamere e InfoCamere sulle imprese di stranieri, nel periodo aprile-giugno dell’anno in corso.
Marocco, Cina e Romania i principali Paesi di provenienza
Il 40% di queste imprese si concentra nelle grandi province, a cominciare da Roma, che ha oltre 69mila attività di imprenditori stranieri. In termini di crescita, però, nel periodo aprile-giugno sono state alcune realtà di minor dimensione a far segnare le variazioni più elevate: Brindisi in primo luogo (+3,1%), seguita da Taranto (2,9%) e Terni (+2,8%). Ma da dove provengono gli imprenditori stranieri? L’analisi delle sole imprese individuali (oltre 470mila, il 77,1% del totale, per le quali è possibile associare il Paese di nascita al titolare) mostra che le componenti più consistenti sono quella marocchina, cinese e romena, attive in prevalenza nel settore commerciale (le prime due) e nelle costruzioni (i romeni).
A Milano la più grande comunità di imprenditori egiziani
Mentre le due comunità più numerose (marocchina e cinese) sono distribuite in modo diffuso su tutto il territorio nazionale, per altre nazionalità si assiste a veri e propri fenomeni di “clusterizzazione” territoriale. È il caso di Milano, dove ha sede la più corposa comunità di imprenditori egiziani (il 43,5% del totale); di Roma, ormai area di elezione dei capitani d’azienda provenienti dal Bangladesh (più del 40% delle imprese bengalesi ha sede nella capitale) e di Napoli, dove ha sede il 20,5% di tutte le imprese guidate da persone originarie del Pakistan.

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