Ci sono ragionevoli certezze nel ritenere che, nel rapporto “dare-avere” tra lo Stato e il contribuente italiano, il soggetto maggiormente leso non sia il primo, bensì il secondo. La tesi dell'Ufficio studi della CGIA di Mestre è la seguente: la dimensione economica dell’evasione fiscale presente in Italia (110 miliardi di euro) è poco più della metà dei costi a carico di cittadini e imprese relativi a sprechi, sperperi e inefficienze generate dalla pubblica amministrazione (almeno 200 miliardi di euro).
Record di infrazioni europee per il nostro Paese
L’Ufficio studi della CGIA è pervenuto a questa conclusione partendo dall’analisi di alcuni dati di contesto e rammentando che uno Stato di diritto si basa, tra le altre cose, sul principio della legalità. «Sia chiaro, chi evade commette un reato e va perseguito ovunque esso si annidi; tuttavia, la legalità deve essere rispettata da tutti: sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati. Il record di infrazioni europee subite dal nostro Paese fino ad oggi, per esempio, dimostra che le nostre istituzioni pubbliche devono migliorare tantissimo.

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