Ieri, si è aperto ufficialmente il 15° Incontro annuale della “Rete europea sul monitoraggio dei mercati del lavoro”, dedicata al tema: “L’importanza delle piccole e medie imprese come innovatori di occupazione inclusiva e sostenibile in tempi di crisi pandemica e oltre”. Un incontro strategico per esaminare le tendenze in atto nei mercati del lavoro, far emergere i principali problemi aperti nell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, trovare i punti di convergenza e contribuire in questo modo alla costruzione di un mercato unico del lavoro in Europa.
Economia ed etica devono essere coinvolte in un binomio virtuoso
In questo quadro di obiettivi strategici, risulta fondamentale analizzare il contributo delle Pmi, che rappresentano oltre il 90% del sistema produttivo europeo, e potenziare il ruolo che tali imprese potranno esercitare nella duplice transizione “verde” e “digitale”, delineata dall’Unione europea, e per la promozione di un’occupazione sostenibile. Per il sottosegretario al Lavoro, Stanislao Di Piazza, l’economia e l’etica devono essere coinvolte in un binomio virtuoso.
La costruzione di una "terza economia"
Secondo Di Piazza, si prospetta la costruzione di una “terza economia”: «Nella quale il lavoro non deve risultare più ostaggio dell’economia di mercato, ma declinato attorno alla centralità della persona. In questa prospettiva, il Governo è impegnato a promuovere un cambiamento di paradigmi e nuove visioni, ridisegnando le politiche passive e attive del lavoro, con il fine di potenziare le capacità di ciascuna persona».
Il lavoro deve essere valutato tenendo conto del benessere della persona
«Il lavoro, in quanto diritto imprescindibile, non deve essere valutato per le ore svolte, ma nella relazione tra obiettivi raggiunti e benessere della persona; un lavoro da svolgere nei luoghi più congeniali, così che non si sacrifichi la vita personale, familiare e di relazione. Occorre, dunque, promuovere misure di politiche attive che ripopolino e valorizzino territori e comunità. Un contributo importante in questo senso dovrà venire dal rafforzamento del ruolo degli Osservatori del mercato del lavoro, per mettere in atto esperienze generative di buone pratiche».

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