Fatta eccezione per l'inizio del 2018, quando hanno agito da freno l’euro più forte e l’avvio delle tensioni protezionistiche, i recenti accordi commerciali dell’Unione europea con il Canada, in vigore da fine settembre 2017, e con il Giappone, da febbraio 2019, hanno favorito la dinamica delle vendite italiane. Lo rileva il centro studi di Confindustria, che fa notare come, nei primi cinque mesi del 2019, l’export italiano in Canada sia aumentato del 13%, rispetto allo stesso arco di tempo dell'anno precedente e in Giappone del 15%; molto di più che nelle altre destinazioni extra-europee, dove ci si è fermati, per così dire, a un più 4%.
Nuovi accordi potrebbero riguardare il 14% dell'export extra Ue
Sembrerebbe dunque che l’Unione europea debba puntare sui trattati bilaterali per contrastare la minaccia dei dazi Usa e la crisi del multilateralismo. Del resto, a febbraio, l'Europarlamento ha approvato l’accordo con Singapore, mentre, a fine giugno, la commissione ha firmato il trattato con il Vietnam e un’intesa politica con i Paesi Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay); altri negoziati sono in corso con Messico, Australia e Nuova Zelanda. Nel complesso, i nuovi accordi potrebbero riguardare il 14% dell’export italiano extra Ue.

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