I percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) si confermano un buon canale di accesso al mercato del lavoro: a un anno dalla fine del corso, uno studente su due ha trovato occupazione; a due anni, invece, la quota di occupati cresce e raggiunge il 64%. È quanto emerge da una ricerca dell’INAPP, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche, presentata oggi a Roma nella sede dell’Istituto e condotta su 2.700 studenti in sette regioni italiane, le uniche che in Italia programmano questa tipologia di offerta. Buone notizie anche per la formazione professionalizzante della filiera leFP, il sistema di Istruzione e Formazione Professionale: la rilevazione dell’INAPP, con oltre 11mila giovani intervistati, registra risultati soddisfacenti per i diplomati del quarto anno, tra i quali il tasso di occupazione a tre anni dal diploma supera il 69%.
In Lombardia ed Emilia Romagna il numero maggiore di percorsi IFTS
Come si diceva, la parte dell’indagine dedicata all’impatto occupazionale dei corsi IFTS ha coinvolto, nel biennio 2015‐2016, 2.700 ragazzi, che hanno conseguito la specializzazione nei 207 percorsi realizzati in Abruzzo, Campania, Friuli‐Venezia Giulia, Marche, Toscana, e, con numeri particolarmente elevati, in Lombardia ed Emilia Romagna. La condizione occupazionale al momento dell’iscrizione al corso evidenziava una quota prevalente di disoccupati (56,8%) e in cerca di prima occupazione (28,7%). Solo l’8,4% era già occupato. L’efficacia professionalizzante dell’IFTS si è manifestata già nel breve periodo: quasi il 54% degli intervistati dichiara di aver trovato un lavoro entro un anno dalla fine del corso.
Dal 63,9% di occupati nelle Marche al 40% in Campania
Ovviamente emergono differenze territoriali rilevanti: dal 63,9% delle Marche (dove però la quota di occupati in origine era già significativa) al 40% della Campania (valore tutt’altro che trascurabile, considerando le criticità dell'occupazione giovanile in tale regione). Al momento dell’intervista, a due anni dalla fine del corso, la quota di occupati cresce e raggiunge il 64%. Per quanto riguarda il canale di inserimento al lavoro, il più efficace è risultato essere proprio il partenariato che ha organizzato il percorso, indicato dal 34,7% degli intervistati. Si conferma d’altro canto la rilevanza che tradizionalmente assumono le reti informali (24,9%), così come la conoscenza diretta del datore di lavoro (13,8%).

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