Fipe e Confcommercio chiedono che il bonus ristorazione non resti fermo al palo. In particolare, la dirigenza cremonese di Palazzo Vidoni, in accordo con la federazione nazionale, lamenta che gli oltre 46mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal Governo. E questo nonostante siano passati due mesi dall’ultima data utile per la presentazione delle domande, fissata per il 15 dicembre scorso.
Per evitare derive di disobbedienza occorre l'impegno di tutti
«Questo ritardo», dichiara Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona, «non è accettabile. Le imprese sono allo stremo e non possono accettare ulteriori proroghe nei pagamenti. Ci siamo sempre impegnati per proteste civili, ma l’insofferenza di tante partite Iva è ormai sotto gli occhi di tutti. Se si vogliono evitare la deriva della tensione e della disobbedienza, occorre l’impegno di tutti e, quantomeno, la serietà di rispettare gli impegni presi. Abbiamo fiducia in Draghi e nel suo esecutivo, affinché sappiano davvero segnare un cambio di passo rispetto all’ultimo anno».
«Da gennaio i ristoratori non hanno ancora avuto un euro»
«Ci era stato garantito», sottolinea Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, «che entro la fine di gennaio sarebbe stato effettuato il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari; siamo a metà febbraio e ancora i ristoratori non hanno visto un euro».
All’appello mancano 345 milioni di euro
«Chiediamo un intervento immediato da parte del neo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19. Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera. Diversamente, rischiamo che ancora una volta a pagare il conto siano solo le imprese».

LA TUA COPIA
GRATUITA
SULL’ECONOMIA DEL TERRITORIO