Per quattro imprese su dieci che operano con l’estero la Brexit non avrà conseguenze. In particolare il 21% delle imprese che ha rapporti internazionali crede che la Brexit non avrà alcuna conseguenza sul business e il 17% ritiene che saranno pochissime. Si aspetta qualche conseguenza negativa il 24%; conseguenze abbastanza negative per l’8%. Lo 0,9% si aspetta invece molte conseguenze negative con un peso importante sul business dell’azienda. Lo rileva un’indagine realizzata in questo mese da Promos Italia, l’agenzia nazionale del Sistema camerale per l’internazionalizzazione, insieme alla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, su oltre duecento imprese già attive o interessate a espandersi sui mercati esteri.
Le reali ripercussioni della Brexit saranno più chiare tra qualche mese
Per le imprese italiane i rapporti con il Regno Unito sono importanti (il 21% è già in affari con loro) e vorrebbero ulteriormente espandere il proprio business. «Secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non hanno impattato significativamente sul loro business in UK, anche se qualche conseguenza è attesa», commenta Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia. «Le reali ripercussioni di quanto sta avvenendo nel Regno Unito e in Europa saranno comunque più chiare tra qualche mese; solo a quel punto sapremo quali saranno le effettive ricadute in termini economici e commerciali per le aziende italiane».
È di oltre 6 miliardi l’interscambio lombardo con il Regno Unito
L’export con il Regno Unito è in crescita (+1,8%), in flessione l’import (-11,6%). La Lombardia è la prima regione italiana nei rapporti commerciali, con un quarto del totale nazionale (24,3%). Dopo la Lombardia, con 6 miliardi di euro in nove mesi, vengono Emilia Romagna, con 4,4 miliardi; Veneto e Toscana con oltre 3 miliardi, Piemonte con 2,5 miliardi. Milano è al primo posto a livello nazionale per scambi, con 2,5 miliardi circa e un export in crescita del 13,7%. Tra le prime lombarde, dopo Milano, ci sono Bergamo con 747 milioni; Brescia con 693 e Varese con 645 milioni. Complessivamente è Sondrio a crescere di più: +7,9%. La Lombardia esporta nel Regno Unito soprattutto macchinari (15,9% del totale) e moda (12,1%) e importa prodotti chimici (14,9%). A livello nazionale sono invece i mezzi di trasporto i prodotti più importati (21%) ed esportati (15,9%), seguiti dai macchinari nell’import (10,4%) e dai prodotti tessili e di abbigliamento nell’export (13,8%).

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