In base alle stime sui dati oggi disponibili, l’Istat prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,3%) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,6%). Quanto all’evoluzione dell’occupazione, questa è prevista evolversi in linea con il Pil, con una brusca riduzione nel 2020 (-9,3%) e una ripresa nel 2021 (+4,1%). Il Covid-19 si è manifestato in una fase del ciclo economico italiano caratterizzata da segnali di debolezza. Nei primi mesi del 2020, gli indici di fiducia delle imprese mostravano una sostanziale stabilità, mentre quelli delle famiglie evidenziavano una limitata flessione, e tuttavia la produzione industriale aveva registrato un deciso rimbalzo congiunturale a gennaio.
Nel primo trimestre il Pil risulta diminuito del 5,3%
In questo quadro, le misure di contenimento adottate dal Governo hanno determinato a marzo la sospensione delle attività di settori in cui sono presenti 2,1 milioni di imprese (poco meno del 48% del totale), con un’occupazione di 7,1 milioni di addetti, di cui 4,8 milioni di dipendenti. Sulla base dei dati riferiti al 2017, queste imprese generano il 41,4% del fatturato complessivo, il 39,5% del valore aggiunto e rappresentano il 63,9% per cento dell’esportazione di beni. Il blocco delle attività ha avuto effetti immediati sulla produzione. Secondo i dati di contabilità nazionale, nel primo trimestre dell’anno il Pil ha registrato una contrazione del 5,3%.
Previsto un effetto positivo già nel secondo semestre
Gli indicatori disponibili per il mese di maggio mostrano alcuni primi segnali di ripresa, in linea con il processo di riapertura delle attività. La ripartenza della produzione e del consumo è attesa sostenere un miglioramento del clima economico con un effetto positivo sul Pil che, dopo una flessione ulteriore nel secondo trimestre, è previsto in aumento nel secondo semestre dell’anno. Il percorso di ripresa, di cui si prevede un rafforzamento nei prossimi mesi, produrrà effetti positivi nel 2021, quando il Pil, come si diceva, è previsto tornare ad aumentare (+4,6%). Tuttavia, nonostante la ripresa, alla fine del 2021 i livelli dei principali aggregati del quadro macroeconomico risulterebbero inferiori a quelli del 2019.

LA TUA COPIA
GRATUITA
SULL’ECONOMIA DEL TERRITORIO