

«Nei giorni scorsi, avevamo posto all’attenzione delle istituzioni locali l’esclusione di alcune attività legate all’artigianato artistico nei decreti governativi e nelle scorse ore, con la CNA nazionale, abbiamo deciso di fare un passo in più». Esordisce così Marco Cavalli, direttore della CNA Cremona, parlando di quelle attività che non rientrano nei codici Ateco previsti dal Governo e che quindi non possono continuare il loro lavoro. «Abbiamo formalizzato al ministero dello Sviluppo economico la richiesta per la riapertura delle attività rientranti nell’artigianato artistico che riguardano attività locali importanti, come quelle della fabbricazione e della riparazione degli strumenti musicali, orafi, restauratori ecc. Come è noto, i codici Ateco di queste attività non sono stati previsti nel decreto approvato in data 10 aprile, ma CNA crede che queste categorie meritino la giusta attenzione e debbano avere la possibilità di riaprire il prima possibile».
Scongiurare l’estinzione di un settore importantissimo
«Non abbiamo chiesto di riaprire tutte le attività legate al settore artistico», precisa Cavalli, «ma solo quelle attività che rappresentano determinate garanzie sia per chi la svolge sia per il cliente ossia abbiamo chiesto di poter riaprire tutte quelle attività che, all'interno dei loro locali, vedono la presenza sempre limitata a pochissime persone, molto spesso al solo maestro artigiano, che sia un liutaio o un orafo. Questo consentirebbe di lavorare in sicurezza e l’accesso ridotto, in termine numerici, dei clienti sarebbe assolutamente controllabile e facilmente verificabile. Vogliamo scongiurare l’estinzione definitiva di un settore importantissimo, che pur non vantando numeri di primaria importanza dal punto di vista economico, ha una valenza unica in termini di identità, di tradizione, di storia. L’artigianato artistico, tipico e tradizionale, connota il nostro territorio e lo rende unico, ma non può sopravvivere in assenza di un’azione forte e decisa a suo sostegno. Oggi più che mai».

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