Un intervento “poderoso”, una “diga”: così è stato definito dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il nuovo decreto legge anti coronavirus, varato oggi pomeriggio. Alla fine, i miliardi di euro in più stanziati per l’emergenza nazionale sono 25, tutti quelli per cui si era chiesta l’autorizzazione di indebitamento al Parlamento. Nessuna seconda tranche, quindi, ma ci sarà un ulteriore intervento nei prossimi mesi. In particolare, il decreto mette a disposizione 3,5 miliardi in più per il sistema sanitario e per la Protezione civile e 10 miliardi per sostenere lavoro e reddito. In quest’ultimo caso, tra le altre misure adottate, figurano l’estensione della cassa integrazione in deroga alle aziende con meno di cinque dipendenti e quella degli ammortizzatori sociali, per il mese di marzo, ad autonomi, stagionali e altre categorie di lavoratori non dipendenti, per un totale di 600 euro ciascuno. Si segnala anche la sospensione degli obblighi di versamento di rate e contributi e un’iniezione di liquidità nel sistema creditizio, che sarebbe in grado, tramite l’effetto leva, di smuovere circa 340 miliardi di euro di finanziamenti.

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