Come emerge dalla nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia, i segnali di ripresa a livello internazionale appaiono episodici e nel complesso i dati hanno segnalato tendenze meno positive rispetto alle attese, sia nei Paesi emergenti sia in quelli avanzati. Le previsioni per l’area dell’euro indicano un possibile rallentamento nel secondo trimestre, mentre l’economia italiana appare caratterizzata dal proseguimento della fase di debolezza dei ritmi produttivi, associata però a miglioramenti sul mercato del lavoro e del potere d’acquisto delle famiglie.
Ad aprile, l’indice della produzione industriale ha segnato una diminuzione, per il secondo mese consecutivo, interrompendo la tendenza positiva evidenziata nei primi mesi dell’anno. A maggio, poi, è proseguito l’aumento del numero di occupati in presenza di una forte riduzione del tasso di disoccupazione. A giugno, infine, l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha mostrato una diminuzione significativa, diffusa a tutte le sue componenti e anche la fiducia delle imprese ha registrato un peggioramento. L’indicatore anticipatore conferma uno scenario a breve termine caratterizzato dalla debolezza dei livelli produttivi. Quanto all’inflazione, quella italiana si mantiene su tassi moderati e inferiori a quelli dell’eurozona.
Vediamo nel dettaglio le singole voci:
Imprese
Anche il fatturato e gli ordinativi dell’industria hanno mostrato segnali di flessione. Ad aprile, il fatturato dell’industria a prezzi correnti è diminuito su base congiunturale (-1,0%), a seguito di un marcato calo delle vendite sul mercato estero (-2,9%) e di una stazionarietà per quelle sul mercato interno. Per quel che riguarda gli scambi con l’estero, le esportazioni hanno evidenziato sì un aumento congiunturale (+0,3%) ma di intensità inferiore a quello registrato per le importazioni (+0,9%). Al miglioramento delle vendite di beni di consumo non durevoli (+1,4%) si è associato il peggioramento di quelle di beni durevoli e strumentali (-2,0 e -0,3%) mentre le esportazioni di beni intermedi sono rimaste invariate. I dati relativi al commercio estero extra Ue di maggio indicano un ulteriore aumento dei flussi in uscita (+0,8%), determinato da un incremento delle vendite relative a tutte le principali tipologie di beni (esclusa l’energia) e in particolare di quelli di consumo, sia durevoli che non durevoli. Fanno eccezione, invece, le esportazioni di beni strumentali, che si sono ridotte rispetto al mese precedente (-1,1%).
Famiglie
Nel primo trimestre del 2019, è migliorato il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, dopo la momentanea interruzione registratasi tra ottobre e dicembre 2018 (rispettivamente +0,9% e -0,2% la variazione congiunturale). Il movimento al rialzo del reddito disponibile è stato seguito, in misura più contenuta, da quello dei consumi. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici ha quindi segnato una crescita, attestandosi all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. L’evoluzione positiva del reddito disponibile è avvenuta in un contesto caratterizzato da una sostanziale stazionarietà dei prezzi; l’incremento del potere d’acquisto delle famiglie è stato pari allo 0,9%.
Mercato del lavoro
Nel mercato del lavoro si sono intensificati i segnali positivi. A maggio la stima degli occupati ha registrato un aumento rispetto al mese precedente (+0,3%, pari a +67 mila) e anche il tasso di occupazione è cresciuto (59,0%, +0,1 punti percentuali). Allo stesso tempo, è diminuito il numero di persone in cerca di occupazione (-1,9%, pari a -51 mila), determinando una riduzione del tasso di disoccupazione (9,9%, -0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). I segnali per i prossimi mesi sembrano però discordanti tra i diversi settori di attività: a fronte di una diminuzione delle attese sull’occupazione, per quanto riguarda la manifattura e le costruzioni, si è registrato infatti un miglioramento nell’ambito dei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio.
Prezzi
A giugno, l’inflazione si è confermata su tassi molto contenuti. In base all’indice per l’intera collettività (NIC), la crescita annua dei prezzi al consumo è rimasta sui livelli di maggio (+0,8%). Il limitato incremento dell’inflazione di fondo ha riflesso essenzialmente i rincari di alcune voci dei servizi (+1,0% nel complesso, da +0,8% di maggio), mentre per i beni industriali non energetici la fase deflattiva non accenna a interrompersi (-0,4% la variazione annua a giugno). Il diverso scenario di crescita economica tra il nostro Paese e i principali partner europei concorre al mantenimento di un gap inflazionistico a favore dell’Italia rispetto all’eurozona. La tendenza all’incremento dei prezzi nella fase della produzione potrebbe confermarsi nei prossimi mesi.
Prospettive
A giugno, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è tornato a diminuire, dopo l’interruzione del mese precedente. Il peggioramento ha interessato tutte le componenti, con il clima economico e quello relativo al futuro che hanno registrato le flessioni più marcate. Anche le aspettative sulla disoccupazione sono peggiorate. Nello stesso mese, la fiducia delle imprese ha evidenziato un calo per via di una flessione nel comparto manifatturiero e, soprattutto, nelle costruzioni. Nei servizi, l’indice è diminuito in misura più contenuta e nel commercio al dettaglio è aumentato. Per le imprese manifatturiere, si è rilevato un peggioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sulla produzione, mentre le scorte di magazzino sono aumentate.

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