A ottobre, si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 2,2% rispetto al mese precedente; nella media del trimestre agosto-ottobre si registra una crescita del 14,3% rispetto al trimestre precedente. È quanto rileva l’Istat, che registra anche come l’aumento congiunturale del fatturato riflette risultati positivi per entrambi i mercati, con una variazione più ampia per il mercato interno (+2,8%) rispetto a quella del mercato estero (+1,1%). Nello stesso mese, anche gli ordinativi registrano un incremento congiunturale, sia nel confronto su base mensile (+3% rispetto a settembre) sia nella media di agosto-ottobre rispetto ai tre mesi precedenti (+20,6%). Per gli ordinativi l’incremento deriva da aumenti di ampiezza pressoché analoga sui due mercati (+3% quello interno e +2,8% quello estero).
Su base annua il fatturato diminuisce dell’1,7%
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23 di ottobre 2019), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali dell’1,7%, riflettendo una modesta riduzione del mercato interno (-0,4%) e un marcato calo del mercato estero (-4,1%). Con riferimento al comparto manifatturiero, il settore dei mezzi di trasporto registra una crescita tendenziale molto ampia (+22,2%), seguito, a distanza, dal comparto delle apparecchiature elettriche e non (+3,6%); per l’industria tessile e dell’abbigliamento e per le raffinerie di petrolio, invece, si rilevano i cali di maggiore entità (-11,5% e -32,5% rispettivamente).
In termini tendenziali cresce invece l’indice degli ordinativi
Sempre in termini tendenziali, l’indice grezzo degli ordinativi segna una crescita dell’1,2%, sintesi di un incremento delle commesse provenienti dal mercato interno (+3,6%) e di un calo di quelle provenienti dal mercato estero (-2,3%). La maggiore crescita si registra per il settore dei mezzi di trasporto (+12,2%) e per l’industria dei macchinari e delle attrezzature (+4,1%), mentre i risultati peggiori si rilevano nell’industria tessile e dell’abbigliamento (-8,7%) e in quella farmaceutica (-12,8%).

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