La Banca d’Italia ha reso noti oggi i principali risultati dell’ “Indagine Straordinaria sulle Famiglie italiane nel 2020". Da questo studio emerge che, prima dell’emergenza sanitaria, poco meno della metà degli individui dichiarava di arrivare alla fine del mese con difficoltà. Negli ultimi due mesi, invece, corrispondenti alla fase più rigida delle misure di contenimento dell’epidemia, oltre la metà degli individui dichiara di aver subito una riduzione nel reddito familiare, anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; l’impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80% di loro ha subito un calo nel reddito e per il 36% la caduta è pari a oltre la metà del reddito familiare.
Più di un terzo dichiara di avere risorse per meno di tre mesi
Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell’arco dei prossimi dodici mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due. Oltre a un diffuso calo nei redditi, più di un terzo degli individui dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide, sufficienti a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia, in assenza di altre entrate, per meno di tre mesi. Utilizzando come riferimento omogeneo una soglia di povertà relativa, stimata sulla base dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane (Ibf) del 2016, la quota di popolazione che non possiede sufficienti risorse finanziarie liquide, per poter rimanere per tre mesi al di qua della soglia di povertà, in assenza di altre entrate, raggiunge il 55%.
Il 30% circa sostiene di non poter andare in vacanza
Quasi il 40% degli individui indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi e solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria. Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo, la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34%. L’emergenza sanitaria incide negativamente anche sulle aspettative di spesa: circa il 30% della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60% ritiene che anche quando l’epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi.

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